Associazione "La Mano Sulla Roccia"

3° INCONTRO DEL 27-11-2019 al “Giardino del Poeta” con trascrizione

3° INCONTRO DEL 27-11-2019 al “Giardino del Poeta” con trascrizione

 

 

Il bene si identifica con l'essere. Essere e bene sono la stessa cosa. Dove c'è il bene c'è l'essere, dove c'è l'essere c'è il bene.

Da un po' di tempo si dice che la stiamo passando brutta, che la storia sta andando alla deriva, che non c'è più prospettiva rosea. Dovunque si guardi, si osservano immensi guai...

Questa sera vorrei fare un tentativo per riuscire a vedere qualcosa di diverso perché quando tutto va male vuol dire che c'è un... tutto che appartiene all'essere e, quindi, al bene per cui anche quando tutto va male è... un bene. Io ho sempre detto che quando vi fa male la testa, dovete pensare che... avete la testa. Se riteniamo che la vita sia uno schifo, comunque c'è... la vita! Negli ultimi tempi c'è stata una rincorsa per vedere come il sistema di manipolazione dell'uomo sull'uomo sia stato totalmente subdolo da produrre una defraudazione della dignità della persona con annessa frustrazione con deriva di aggressività che, raggiunto il culmine, si ritorce contro la persona stessa con l'autopunizione e, quindi, con la sottoscrizione del proprio danno, con l'accettazione della dittatura fuori di  sé.

Quando si verifica questo, il soggetto si è defraudato dall'interno e non c'è alcuna possibilità di recuperarlo se non dall'interno.

La storia è una perenne lotta tra il tempo che passa e il tempo che si deve conquistare. Se non c'è la conquista del futuro, non c'è l'eliminazione del passato, non c'è la possibilità della vita che è un perenne modello di resurrezione (non quella della carne che viene immaginata come le ossa che si ricompongono uscendo dalla terra al cimitero). La resurrezione della carne è la storicità dell'essere che non è statico, ma è in perenne movimento.

La situazione contemporanea presenta un rinnovamento simile al Rinascimento del XV secolo. Si va affermando questo in tante parti del mondo.

Qualche giorno fa, abbiamo fatto la festa della castagna. Nella castagna c'è il contenuto del seme che prende dal passato tutto il processo evolutivo e lo consegna al futuro. Ciascuno di noi è... una castagna!

L'ascesa del male in atto è un'affermazione molto diffusa, ma non corrisponde alla verità. Non c'è. Le notizie, nel flusso informazionale, circolano con una rapidità sorprendente. Questo è un aspetto della tecnologia che va ad annullare la privacy come dignità della persona. Però la tecnologia può mettersi anche al servizio del recupero della dignità della persona. Il contesto mondiale oggi trabocca di situazioni che inducono la nostra mente a pensare che c'è qualcosa di diverso in ebollizione. In India ci sono 430 milioni di persone dal 15 ai 34 anni... 2 miliardi di persone nei prossimi 30 anni saranno predisposti alla democrazia... Il 94% della popolazione mondiale è favorevole alle votazioni libere...

Vuol dire che c'è un'esigenza di democrazia (anche se dietro questa parola nascono le tecnocrazie e fenomeni vari che sono altri tipi di dittatura). Però l'esigenza della libertà, dell'espressione della propria opinione sta diventando un fatto diffuso e questa è una fiumana che sta invadendo l'umanità nella sua totalità. Quindi, si sta verificando un'acquisizione dei diritti della persona che non è più proposta dal potere, ma naviga sott'acqua e qui e lì affiora. Questa popolazione che nel giro di poco tempo sarà la maggioranza, è intrisa della mentalità di recupero della propria dignità e della privacy abbondantemente compromessa negli ultimi tempi.

Circolano prevalentemente notizie negative e non quelle positive. La notizia di una mamma che stacca il naso al figlio, sta su tutti i giornali, ma le mamme che cucinano bene tutti i giorni non fanno notizia...

Allora, quest'affermazione del male diffuso e del bene che non circola lede la conoscenza oggettiva delle cose e voi sapete che la conoscenza è l'acquisizione della verità e la verità ci fa liberi. La verità non è solo quella che si dice, ma è l'essere che si evolve. Questa è la verità fondamentale, ontica, e si manifesta in tutte le categorie non esclusa quella dell'uomo, ma prima dell'uomo c'è una situazione infraumana che però è il supporto della verità. L'uomo è un'insorgenza consapevole di ciò che è avvenuto in miliardi di anni. 13 miliardi e 700 milioni di anni dal Big bang ci hanno portati a questa realtà umana che non è l'unica né l'ultima. Noi siamo in una fase transitoria e in questa transitorietà dobbiamo dare spazio agli elementi di positività che virano la storia che da un atteggiamento di rassegnazione e di rimpianto deve essere attuatrice di una proposta che sia più confacente alla dignità della persona.

Per questo ci sono una quantità di elementi che possiamo prendere in considerazione. Per esempio, l'anticorruzione... Nel regno del Bhutan, quando fanno il programma di governo mettono al primo posto ciò che serve al popolo per essere più felice...

Il rispetto della donna... Si celebra ogni anno la festa della donna, si parla della violenza sulle donne... Il problema è: la persona, in quanto tale, ha recuperato che cosa significa prendere in considerazione la propria ricchezza e come offrirla ed arricchirsi ulteriormente scavando nella miniera della realtà unica ed irrepetibile di quello che le sta seduto accanto?

Voi pensate di conoscervi, ma non è così, perché noi siamo un mistero persino per noi stessi.

Questa è la premessa. Ora passiamo ad altre cose più complicate.

La positività della tecnologia porta all'autonomizzazione, cioè la tecnologia può essere un'acquisizione di libertà personale perché se il soggetto non diventa padrone di sé, del proprio regno, non ha nessuna possibilità di viversi la libertà. Con la tecnologia moderna si può trasferire l'energia. Pensate quanti milioni di persone possono essere avvantaggiate per le linee ferrate che si stanno costruendo... Negli Emirati circa 1.200 km. di strada ferrata... A Belo Monte, in Brasile, si sta costruendo una diga che produrrà il 10% di energia elettrica che serve al paese... In Congo stanno ultimando la terza diga mondiale per grandezza... Altre in Cina... Dighe che produrranno un'energia straordinaria...

L'umanità, cioè, se si mette in collaborazione con tutte le risorse non solo sociali, ma anche personali, può talmente cambiare la realtà da non poterla immaginare.

Pensate che significa l'Unione del Sud Est asiatico, l'Unione Africana, la proposta per l'unione federale dell'Europa che potrebbe essere esemplare per il mondo e, quindi proporre un diritto internazionale per il rispetto della dignità di tutti da non ottenersi più con le guerre.

Il Papa recentemente si è schierato apertamente contro la guerra nucleare, cosa che noi facemmo con una lettera di protesta nel 1985 in occasione della benedizione di una chiesa all'interno della base nucleare di Comiso da parte del vescovo di Ragusa Angelo Rizzo. Ora il Papa ha detto che la bomba atomica è intrinsecamente ingiusta perché non c'è alcuna possibilità di usarla per legittima difesa perché è solo un'arma di offesa non solamente per quelli che la subiscono, ma per la totalità dell'essere in evoluzione, perché con l'opposizione distruttiva non si accompagna il processo evolutivo.

La realtà di oggi ha un potenziale ricco ed esorbitante. A Pechino c'è un aeroporto con 130 milioni di passeggeri all'anno... La Bolivia è la democrazia più avanzata... Eppure i paesi dell'America Latina vengono fuori da situazioni veramente disastrose. Sul piano medico, la salute può essere talmente migliorata tanto da estinguere l'AIDS, la tubercolosi e tante malattie infettive che si diffondono con una rapidità straordinaria. Pensate che la malaria uccide un milione di Africani all'anno...

C'è la necessità del ridimensionamento dei poteri politici sia laici che religiosi perché le persone si stanno scrollando di dosso una quantità di elementi che vengono loro imposti senza che queste li abbiano mai scelti. Il potere, nei secoli passati, è stato totalmente lesivo della dignità della persona per cui oggi c'è un'inversione di tendenza. Le persone sentono l'esigenza di ribellarsi e qui devo introdurre un discorso molto più personalizzato: chiunque pensi di avere la libertà per concessione che viene dal di fuori, sappia che non è possibile. La libertà non può essere concessa da nessuno. La libertà va strappata con le proprie unghie. Se la persona non fortifica le proprie unghie per essere libera, nessuno le potrà mai dare la libertà. Chi pensa di essere liberato dagli altri, dipenderà dalla... liberazione che gli viene data, ma quella è la libertà dell'altro, non è la propria.

La persona quando comincia a gustare la propria libertà, è allora che si incammina sulla via della propria felicità. Se non ha la libertà dentro, può scordarsi della felicità e, siccome la felicità è un dovere-diritto dell'uomo, nessuno gliela può impedire.

Quante persone credono di poter raggiungere la felicità? Statisticamente sono poche perché è funzionale a qualsiasi regime che la persona debba elemosinare il diritto alla felicità. Se la deve elemosinare, la persona stabilisce un rapporto di dipendenza e questa non è mai autonomizzazione.

Sto cercando di svegliare dentro di noi la voce che, purtroppo, non riesce a trovare una canalizzazione per poter uscire. Noi crediamo che la voce del di dentro possa trovare uno spazio solo negli intervalli del tempo libero, non quando siamo "impiegati" o quando siamo all'interno dell'istituzione o del ruolo. Invece, la libertà può essere recuperata in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo perché la libertà si matura dentro come il seme che quando poi trova l'opportunità, radica e germoglia.

Questa situazione in cui l'uomo si trova a vivere genera uno stress perché produce ansia. Ci si chiede: "Io che faccio?".

Le risposte sono diverse. Una è quella di trovare per sé la soluzione facendosi un orticello tutto proprio in cui recuperare la possibilità di esercitare la propria libertà. Un'altra è quella di diventare missionario per obbligare gli altri a trovare la loro via. Tra questi ci sono anche quelli che si danno da fare per la libertà degli altri (naturalmente tenendoli nello stato di schiavitù). Io ho avuto sempre da ridire sul sistema assistenziale, su come cioè facendo la cena per i poveri, questi diventano... funzionali alla cena. Il povero non deve essere finalizzato alla beneficenza, ma deve essere messo in grado di recuperare la sua dignità e nella dignità costruire la propria autonomia perché è mortificante mangiare alla mensa dei poveri. Io non lo farei mai. Preferirei mangiare pane e olio andando io a raccogliere le olive. Questa dimensione di assoggettamento produce un'umanità soccombente che è quella che in effetti genera il potere che accoppa. Cioè non è possibile che io oggi faccia il pranzo per il povero e domani continuo a mantenere in essere una struttura che lo riduce ad essere povero.

Questo è un discorso che sembrerebbe essere di dimensione strettamente politica, ma è antropologia. L'uomo non può stare bene se si chiude nel proprio orticello. L'uomo sta bene se fa in modo che gli altri possano fruire della gioia della libertà senza dover dipendere da alcuno perché ogni persona ha la sua dignità. Il compito di chi ha raggiunto un certo livello è quello di offrire all'altro il livello per accorgersi che ha il diritto insopprimibile e insostituibile alla felicità.

Il discorso non viene affrontato per quello che è, ma io mi autogiustifico perché facendo assistenzialismo, mi tranquillizzo la coscienza. Il problema è che l'Europa ha manomesso tante realtà. Allora bisogna avere il coraggio di dire: "Noi facciamo schifo".

In Tunisia, in Somalia e in altri paesi, le cose stanno cambiando perché non vogliono più le nostre elemosine. Allora, quando l'Europa comincerà a diventare una federazione per poter spingere perché ci sia un tribunale internazionale per la difesa dei diritti della dignità dell'uomo dovunque esso sia, il discorso sarà diverso. L'ONU è fallito nella sua missione di realizzare la grande famiglia umana. Quando ci fu la fame nel Bangladesh si mandavano navi cariche di viveri spesso scaduti. Gli Indiani non vollero neanche prenderli dal porto. Dissero: "Noi sappiamo morire. Siete voi che non sapete vivere"...

Ma come si arriva a questo? E' molto più facile di quanto si pensi.

Al capitolo 10,1-30 del Vangelo di Giovanni c'è un passo che normalmente viene letto nelle chiese per tenere le persone in uno stato di... pecorume, perché Gesù viene presentato come il buon pastore e il pastore ha a che fare con le pecore. Nel linguaggio comune, la pecora è considerata stupida, ma io che per un po' in campagna ho avuto le pecore, ho potuto constatare che hanno un comportamento che è di grande insegnamento all'uomo.

E' sorprendente vedere come gli animali si organizzano per la sopravvivenza propria e del gruppo. Pensate che le zanzare che hanno un olfatto formidabile, prediligono l'odore dei piedi. Pungono sempre sulla caviglia dove ci sono le arterie perché il resto del piede è protetto dalla scarpa. Hanno due stiletti nell'apparato boccale. Con uno inoculano la saliva che contiene opiorfina che è un anestetico; con l'altro succhiano il sangue e la persona non si accorge della puntura se non dopo. Noi le uccidiamo, ma proviamo a pensare che cosa deve fare una zanzara per sopravvivere... Pensiamo ad una libellula che è capace di percorrere anche 11.000 km.... Anche il tumore in sé è una forma di vita che trova anche il modo di fare le metastasi... Ma noi queste cose non le sappiamo leggere perché non siamo abituati a vedere la meraviglia che ci costituisce. Se non leggiamo le cose piccole, figuriamoci se siamo capaci di cogliere quello che è in noi e la sete di libertà che abbiamo e che ci porta ad una dimensione di resurrezione storica. Significa che dal punto di vista ontogenetico, l'uomo è fatto per fuoruscire perché è una realtà che contiene una ricchezza impossibile da accogliere. L'uomo è ignaro di sé perché ha dentro una storia troppo lunga, ma in essa c'è anche la sintesi dell'origine della storia. Il Big bang non si autogiustifica. Noi lo descriviamo come un'esplosione insonorizzata con 10 alla - 43, cioè 10 seguito da 43 zeri...

Nella storia del nostro vissuto evolutivo non ci fermiamo neanche a pensare che il giallo... delle nostre urine è segno di una resurrezione permanente perché se le emazie morte non venissero tolte dal sangue, questo non sarebbe più capace di trasportare ossigeno e la vita sarebbe impossibile...

La resurrezione permanente che c'è nella nostra vita conduce alla consapevolezza della persona. Per questo motivo, nel sepolcro di Gesù ci sono le bende buttate a terra, ma nel sudario c'è l'immagine della persona perché la resurrezione riguarda non solo la persona ontogeneticamente intesa, ma l'umanità che nella storicità trova il modo per risorgere permanentemente.

Ora leggiamo da Gv 10 per vedere a livello personale che attivazione produce, liberi, se possibile, da tutte le incrostazioni religiose. Queste cose che Gesù disse, ci sono arrivate attraverso gli scritti redatti molti decenni dopo, in particolare il Vangelo di Giovanni che è morto vecchissimo ed ha avuto tutto il tempo di riflettere, meditare, elaborare e presentare. A distanza di 2000 anni, noi siamo qui a leggere questa paginetta e la sua provocazione per cercare di capire come si può inserire questo passo in quello che stiamo dicendo in merito al processo evolutivo per l'ottimizzazione dell'umanità guardando la realtà circostante con occhio positivo, liberati, cioè, dal lamento permanente che è incorporato in noi.

 

"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante".

 

La persona che si estranea a se stessa, diventa un estraneo quando va nel proprio ovile. Il che significa che chi vuole incontrare il pastore Gesù deve necessariamente entrare nella sua dimensione profonda senza diventare merce di scambio da parte di chi lo ha defraudato. Che cos'è l'alienazione? E' il processo di estraneità per cui la persona pensa di essere padrona di sé mentre, in effetti, la decisione del proprio sé è stata fatta da altri e il soggetto è diventato straniero. In quanto tale, non può andare nell'ovile, e, se ci va, non è riconosciuto.

 

 "Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce".

 

Badate bene che il pastore non esercita forzature. Ogni potere è sempre mistificatorio, arrogante e prepotente. Il pastore va avanti... Il che significa che se io ho incontrato il pastore dentro di me, lo faccio venire fuori senza costringerlo. Il processo educativo, pedagogico è espansivo, non può essere costrittivo. Gesù si autodefinisce anche "porta", per dirci, cioè: "Attraverso la mia esperienza testimoniale, tu puoi trovare la forza perché io e te siamo un tutt'uno e, come io mi esprimo liberamente nella mia identità unica ed irrepetibile, tu puoi fare lo stesso".

Nulla è più diffuso che tutti gli uomini siano uguali; nulla è più evidente che nessun uomo è uguale all'altro. Il che significa che quando si dice che la legge è uguale per tutti, si dice una grande falsità alla quale ti obbligano perché tu debba mutilarti permanentemente per poter essere conforme al modello che ti viene imposto dal di fuori e che non ti lascia mai la possibilità di passare per la porta che è Cristo.

Gesù ha dato all'uomo l'esempio di esprimersi anche dinanzi alla morte con la padronanza del sé. Quando disse: "Distruggete questo tempio ed in tre giorni lo farò risorgere" (Gv 2,19), voleva dire: "Non mi fate niente uccidendomi!", così come Giordano Bruno bruciato sul rogo disse ai giudici: "Avete paura più voi di emettere la sentenza che io di subirla!".

Ma quanti si personalizzano autonomizzando il proprio giudizio e non sono invece soggiogati dal conformismo per essere uguali agli altri ed accettati?

Gesù è la porta. Chi non passa per essa non esce e se non esce, resta prigioniero.

Gesù arrestato e inchiodato (il massimo della prigionia) era stato capace di mettere in difficoltà Ponzio Pilato che lo giudicava. Pilato si rese conto di avere a che fare con un'altra dimensione. Disse di non aver trovato in Lui nessuna colpa, allora perché lo condannò? Se fosse sceso nella profondità del suo pozzo e trovato lì la sua grandezza, Pilato avrebbe avuto la forza di esprimerla indipendentemente dal nulla osta dell'esterno.

Nessuno sa né può sapere quello che c'è dentro ogni persona. Ciascuno fa dei sogni diversi da quelli degli altri e diversi tra di loro. Abbiamo una capacità creativa, una fantasia straordinariamente nuova di volta in volta che corrisponde alla resurrezione.

Provate a leggere la resurrezione come una novità permanente. Se la vita è vita, lo è perché è movimento e se è movimento, è sempre in posizione nuova. Se è nuova, è resurrezione permanente.

Vi rendete conto allora come viene letta la parabola del pastore? Che bisogna obbedire e seguire. Poi qualcuno dice: "Io rappresento il pastore e tu devi obbedirmi". Pensate come lentamente le persone si fanno venire i sensi di colpa... Se leggete certi documenti del 1517, del 1540, c'è da rabbrividire! Lutero quando venne a Roma si chiese: "Ma questi quale Vangelo hanno letto?". Il Vangelo non era diffuso. Se le persone lo avessero letto, si sarebbero svegliate. Quindi, usavano la tecnica della... zanzara: inoculare un anestetico e poi succhiare il sangue. Questo è reso possibile quando sei deprivato di te e, una volta giunto a questo, se hai perso te, che cosa puoi guadagnare?

"Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?" (Lc 9,25).

Però noi abbiamo l'abilità di metterci in contatto con Gesù con un vago senso di colpa perché riteniamo di non fare quello che Lui ci ha detto. Non lo facciamo perché siamo stati ridotti alla condizione di non poter essere... cristiani! Perché  per essere cristiani basta essere uomini.

"Homo naturaliter christianus" (Tertulliano).

L'uomo appartiene all'antropologia, è uno che guarda avanti, che risorge...

 

"E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce.  Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei".  Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.

 

Sembrava che Gesù parlasse invano. Allora come adesso, noi non capiamo perché non vogliamo capire in quanto è già tutto scritto dentro di noi. Chi è che non sa che è unico al mondo? Chi è che non sa che nessuno ha il diritto di dire tu come devi essere? Tuttavia, tutta la nostra vita è caratterizzata dal fare quello che dice l'altro: prima i genitori, poi i maestri, poi i professori, poi il capufficio... Insomma, non abbiamo mai il diritto di essere quello che siamo.

 

Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati.  Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo.  Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".

 

Su "abbondanza" (da ab unda) ci dobbiamo soffermare. L'abbondanza è una fuoruscita perché ha il contenuto pieno dentro. Se l'interiorità è vuota perché ti sei lasciato defraudare della caratteristica essenziale più preziosa di te, che cosa può venire fuori?

 

"Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore.  Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde;  egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.  Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me".

 

"Conosco le pecore come sono fatte, so che hanno la sete di felicità, so che non possono essere felici se devono subire"...

Il sistema schiavile non è assolutamente funzionale alla persona, però la persona per essere libera, deve strappare la libertà perché chiunque sta fuori tende ad estraniare la persona, a catturarla e a sottometterla. Una volta arrivata a questo, è difficile che la persona ne venga fuori. Nella lettera di S. Paolo a Filemone (il libro più piccolo della Bibbia) leggiamo che Onesimo, schiavo di Filemone, avendo ascoltato la predicazione di Paolo, era scappato perché non riteneva giusta la schiavitù. Ma Paolo lo rimanda a Filemone con questa lettera perché Onesimo deve farlo capire a Filemone che non può essere più il suo padrone.

Gesù ci insegna che esprimendosi nella Sua genuinità, dà a noi la possibilità di fare lo stesso e stare nella vita. Perciò dice: "Io sono la vita" (Gv 14,6) perché quando tu hai colto questo, hai capito il messaggio dell'essere della libertà e della felicità.

A questo punto, chi vuole andare contro di sé? Se la tua realtà è con te, chi può essere contro di te se l'accesso a te può essere dato solamente da te che sai chi tu sei e che cosa vuoi?

Perché allora si fanno tanti contratti? Perché ci siamo arrugginiti, non abbiamo colto l'esperienza della libertà di Cristo. Lui si è fatto inchiodare per schiodare noi e farci camminare verso la felicità.

Provate a casa a rileggere questo brano e a pensare che Giovanni così l'ha elaborato e così lo ha espresso e messo nel suo Vangelo subito dopo l'episodio del cieco nato.

 

Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?". Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".

 

Poco prima aveva detto: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane" (Gv 9,41).

Chi di noi non sa che è profondamente gioioso quando può essere se stesso? Tutti l'abbiamo sperimentato! Ci si può esprimere per questo nell'amore perché ci si sente accettati per quel che si è dall'altro. Ma se uno deve esaminarsi continuamente, starà sempre contro se stesso.

Per questo motivo, Gesù, nell'ultima cena disse: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19). E che fece? Trasgredì!... Non fece un fatto rituale perché non era Pasqua, era giovedì. Non andò nel tempio o nella sinagoga, ma in un cenacolo con gli amici e fu in questa relazione amicale che poté dire: "Uno di voi mi tradirà" (Mc 14,18) e poi a Giuda: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?" (Lc 22,48). Lo chiamò "amico" perché gli disse esattamente quello che voleva dire. Ma noi come possiamo capire questo, abituati come siamo ai termini "eccellenza", "eminenza", "santità"?... E Papa Francesco che sta facendo un tentativo per ripristinare i modelli genuini del Vangelo, ne sta passando di guai! Si dimetterà sicuramente, ma non per vigliaccheria, ma per portare avanti il discorso di resurrezione perché quando uno non è più in grado di continuare, deve avere il coraggio di ritirarsi perché la storia va avanti. Queste cose sono di un'attualità straordinaria e ci mostrano come la storia è in uno stato di possibile resurrezione. Noi siamo chiamati a facilitare questa resurrezione, ma possiamo anche chiuderci, invece, nel nostro orticello e lì dentro lamentarci che le cose vanno male.

Come si concilia questa storia dell'evoluzione dell'umanità con le tante vittime che soffrono e muoiono continuamente?

Questo problema non può essere inquadrato in una visione miope della storia. Non pensiamo solo a questo tratto della storia che stiamo vivendo, con le sue vittime, ma cominciamo ad avere uno sguardo più panoramico. Varie volte si è pensato alla fine del mondo: quando popoli invadevano altri popoli, quando i Romani arrivarono in Grecia, quando i barbari arrivarono in Italia, ecc. Ora l'uomo sta cominciando a rendersi conto che non è il caso di distruggerci così.

Quando pensiamo che il lupo mangia la pecora, ci dispiace per la pecora, però il lupo mangia le pecore vecchie e questo produce un equilibrio in natura che noi non riusciamo a leggere... Distruggiamo le cosiddette "erbacce", ma queste hanno salvato il mondo... Le frane e le alluvioni odierne sono causate dal fatto che abbiamo diserbato la terra, abbiamo distrutto le foreste e così anche il clima è cambiato...

Questa è una dimensione pedagogica che nella natura serve e l'uomo deve rendersi conto che non può... infilarsi il dito nell'occhio, perché diventa cieco. Ha impiegato un po' di tempo per acquisire questa capacità pedagogica. Ha impiegato anche un po' di milioni di anni per imparare a deglutire. Noi non ci pensiamo, ma ora, appena nati già siamo capaci di farlo, però se l'epiglottide non mi tappa la trachea e manda lì la saliva, sono bello e fritto!

Tutte le nostre capacità hanno impiegato un periodo lunghissimo per svilupparsi, non hanno avuto tutta la fretta che abbiamo noi...

Una volta in una conferenza ai medici, spiegai i trapianti intesi come flusso della vita e non come monopolio personale per cui quello che non serve più a me può servire alla continuità della vita. L'eugenetica sta facendo dei passi straordinari concentrandosi su come debellare certe malattie degenerative. Già si possono fare circa 85 analisi durante la gestazione. Il problema oggi non è tanto medico quanto economico. Nei prossimi 50 anni pare che la vita possa essere prolungata a 120-140 anni, ma è un problema economico. Noi abbiamo un rapporto un poco strano con la morte. Non crediamo che è legata strettamente alla vitalità sublime del soggetto, ma questi non occupa spazio. Qui voi occupate spazio con il corpo, ma se potessimo raggruppare tutti i vostri pensieri, questi non occuperebbero spazio.

 

 

 

 

 

 

 

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