
Associazione "La Mano Sulla Roccia"
8° INCONTRO DEL 24-04-2019 al "Giardino del Poeta"
La vitalità è un buon segno se è finalizzata ad una costruttività che richiede un momento di soppesamento per riflettere sui contenuti di quello che si dice. Parlare tanto per parlare per convincersi solamente di quello che si dice non cambia nulla se poi non segue un passo in avanti sul piano della fatticità perché l’agire segue l’essere: prima c'è l'essere e poi c'è l'agire.
Questo è un punto su cui negli ultimi tempi sto cercando di soffermarmi più volte perché il solo agire senza la costituzione ontologica dell’essere è un "flatus vocis", cioè un soffio di vento. Se, invece, la parola, la fatticità, la manifestazione del linguaggio, hanno radici profonde nell’essere, portano un frutto che resta indelebile.
La fruttificazione è legata molto alla germinabilità del seme. Gesù racconta la parabola del seminatore. La semente è la Parola, il terreno è il cuore dell’uomo. Se la semente cade su un buon terreno produce frutto, dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno. Se il terreno non è buono, la semente, purtroppo, finisce per essere dispersa.
Adesso faremo qualche considerazione molto semplice, perché quanto più si complicano le cose, tanto più si prende la fuga dal contenuto. Negli ultimi tempi sto cercando di ridurre la complessità per ampliare l’approfondimento, perché meno cose diciamo, più le possiamo ben radicare in noi stessi.
Gli incontri fatti precedentemente erano a vasto raggio, a tenuta prevalentemente panoramica per avere una visione d’insieme. Una volta poi avuta la visione d’insieme, ci possiamo soffermare nel particolare cercando di scendere piano piano e radicare alcune cose dentro di noi.
Per esempio, essendo nel contesto pasquale, ci siamo domandati per noi cosa vuol dire "Pasqua"? Non come significato etimologico della parola, ma come contenuto semantico che è la relazione tra la parola e la realtà. Ogni parola ha sempre parecchie relazioni con la realtà: la relazione grammaticale, la relazione sintattica, la relazione onomatopeica, la relazione semantica, la relazione etimologica. Quello che però ci interessa capire è la "Pasqua" dentro di noi a quale contenuto semantico si riferisce nella relazione tra la parola e la realtà e non quale sia la derivazione della parola, nell’aspetto sintattico o nell’aspetto grammaticale. Quindi, è interessante capire per ciascuno di noi semanticamente che significa "Pasqua".
Può significare "rinascita". Rinascita nell’amore perché non si può vivere senza amore; rinascita della natura che rifiorisce dopo l’inverno...
Può significare "amore verso se stessi".
Può significare "uscire dalla schiavitù, dalla costrizione".
Può significare "eliminazione della paura della morte" oppure "cambiamento" o "passaggio" o "trasformazione"...
Ora, dopo aver fatto queste associazioni, proviamo a vedere se nella Pasqua possiamo trovare il contenuto “dialogo” perché la Pasqua è il passaggio da una parte all’altra. L’amore è esprimere un'azione verso un altro, quindi richiede sempre una bipolarità. Il dialogo fondamentalmente se lo rapportiamo alla onticità, è la realizzazione dell’essere. Il vero dialogo per la persona consiste nel poter considerare la propria identità realizzata a pieno se riesce a viversi la totalità del proprio essere. Come può la persona viversi la totalità del proprio essere se non entra nella dimensione dialogale? In quanto persona, deve poter emettere un suono che raggiunga un altro, altrimenti questo suono non è finalizzato.
La finalizzazione è una delle cause del linguaggio. Perché quando noi parliamo abbiamo sempre una manifestazione non casuale, ma causale che si manifesta in quattro specifiche modalità: efficiente, esemplare, materiale, finale.
Per esempio, se prendiamo un foulard abbiamo: 1) la causa efficiente: è il tessitore che ha prodotto il foulard; 2) la causa esemplare: è la caratteristica del modello alla moda; 3) la causa materiale: è la stoffa; 4) la causa finale: è la vendita del foulard. Chi lo vende lo fa per guadagnare e utilizzare i soldi per vivere e cercare di stare bene.
Quando noi prendiamo in considerazione una realtà come la Pasqua, vediamo che è la realizzazione ontologica profonda del nostro essere. La Pasqua è la speranza del futuro in quanto l’essere, nella sua onticità, non è e non può essere statico. Non esiste l’essere nella sua staticità. L’essere, se si vuole realizzare in quanto tale, deve tenere presente inevitabilmente la dinamicità, cioè il passaggio, l’evoluzione, la dialogalità, l’apertura al nuovo, l’avventura, la femminilità.
Perché ho fatto il salto sulla femminilità? Perché la femminilità è "donna" che deriva da "domna” che significa "padrona della vita" in quanto la donna ha in sé il germe della vitalità ed è dinamica, è mobile. Se alla donna si toglie la mobilità, le si toglie la... donnità. Ogni qualvolta si tende ad intrappolare la donna all’interno della schematicità contrattuale, le si fa un torto.
Questa è una premessa. Ora riprendiamo il discorso sulla natura.
L’omosessualità nelle piante è rara, non è come negli animali. In natura la riproduzione di una specie a volte prevede un solo genitore (quasi sempre la madre). La lumaca, per esempio, non si accoppia con il maschio, ma al suo interno ha la possibilità di fecondare e far nascere i lumachini già formati. Questa è una forma di ermafroditismo.
Nel diciassettesimo secolo, il biologo Nicolaa Hartsecker tirò fuori la teoria della spermatozosi. Secondo lui, lo spermatozoo andava ad inocularsi nell’ovulo solo per nutrirsi escludendo l’ovulo dalla relazione nel contributo cromosomico. Naturalmente, questo poi si rivelò falso.
Successivamente, in natura è stato scoperto che esiste il cipresso del Sahara, esemplare raro, che ha la particolarità di svilupparsi non nella singolarità della madre, ma nella singolarità del padre per cui il granulo pollinico si inserisce nell’ovulo come un cipressino già formato solo per nutrirsi. Questo è l’unico caso al mondo, ragion per cui esistono solo duecentotrenta esemplari di questi alberi, perché la dimensione unisessuale in natura, purtroppo, è destinata a scomparire.
Invece, c’è una moltiplicazione straordinaria della specie umana. L’umanità cresce a vista d’occhio fino ad arrivare oggi intorno ai settemiliardi e mezzo di persone. In natura non esistono altre specie di mammiferi che raggiungono questi numeri. Il che significa che la monosessualità è destinata al crollo, mentre la bisessualità è destinata all’allargamento.
"Natura" significa "nascitura", cioè speranza, apertura, e ciò che sta per nascere è intrinsecamente una sorpresa. Per questo motivo non possiamo mai avere della natura un concetto statico e prefabbricato perché la natura è quello che avverrà e non quello che è già avvenuto. Allora, quando parliamo di natura, dobbiamo avere una mente elastica per non conficcarci in alcun tipo di dogmatismo: partitico, religioso, concettuale, scientifico, ecc., perché il dogmatismo è una realtà che ci impedisce di crescere e di essere adeguati alla naturalità. Quando due persone si incontrano, se vogliono essere naturali, devono avere la disponibilità dell’acqua che, essendo un fluido, nel ricevere un corpo ne prende la forma. La dialogalità è molto simile all’acqua. L’acqua, per sua natura, riceve l’oggetto e si sagoma sull’oggetto. Non pretende che l’oggetto si modifichi per entrare in acqua, ma è l’acqua che lo riceve e si modella. La madre nel dialogo con il figlio non può costringerlo ad essere come lei pensa e vuole che debba essere, perché questo è una costrizione all’immobilismo. Fin da quando il figlio era piccolino nella fase di germe, di embrione e di feto, è stata la madre che si è dovuta adattare nel liquido amniotico a modificarsi. L’acqua riceve l’oggetto così come l’oggetto è. L’acqua si modifica al punto tale che evapora, come se si spiritualizzasse. L’acqua è il liquido che è alla base della vita, per questo motivo fa eccezione. Tutti gli altri corpi con il calore si dilatano e con il freddo si restringono eccetto l’acqua che a 4° centigradi ha il massimo di concentrazione e di peso specifico. Quando scende di grado si amplia il volume e si alleggerisce; infatti, il ghiaccio galleggia sull’acqua. Questi sono elementi essenziali per capire come la vita sulla terra sorge nell’acqua perché è un elemento che fa eccezione.
La vita è naturale ed essendo tale, deve necessariamente approfittare della disponibilità dell’acqua perché se fosse rigida, la vita sulla terra e altrove non sarebbe possibile (almeno per questo tipo di vita che conosciamo). Poi potrebbero esserci anche altri tipi di vita, ma non lo sappiamo e non è questa la sede per indagare.
Naturalmente le piante che sono destinate poi alla modificazione, devono trovare un sistema per sopravvivere. Come fanno? Per sopravvivere le piante devono superare la difficoltà della competizione alimentare. Se i semi che cadono a terra restano sotto la pianta sono destinati a morire perché non c’è sufficiente alimento per tutti. Dunque, per superare questa difficoltà, devono poter viaggiare altrove. Come viaggiano i semi? Ci sono vari modi. Per esempio, le graminacee hanno il grumello normalmente ispido e rugoso che serve per aggrapparsi al vello degli animali o alle piume degli uccelli per viaggiare altrove. Ma questo è solo lo spostamento, dopo come fa ad attecchire questo seme? La natura che è provvidenziale, ha la legge dell’adattamento funzionale. Se non lo avesse, sarebbe ridimensionata. Ci siamo mai chiesti perché ci sono più donne che uomini? Perché le donne sono la garanzia del futuro.
Le graminacee per poter attecchire, oltre a spostarsi, hanno bisogno di radicarsi. Come fa un seme a radicarsi? Si radica perché il grumello della graminacea è igroscopico. L’igroscopicità produce un rigonfiamento del seme che caduto nella terra, rompe le zolle e apre un varco insediandosi nel terreno in attesa di restringersi con l’aria che lo essicca, per rigonfiarsi di nuovo con l’umidità dell’atmosfera e, modificato, spingersi progressivamente più in profondità. Così facendo, a mano a mano conquista sempre più terreno fino ad arrivare nel buio della zolla in attesa poi di far spuntare il fusticino verso l’azzurro del cielo.
Naturalmente noi queste cose non le vediamo perché siamo talmente affastellati di idee che ci vengono messe nella testa per cui scoprire quello che avviene nel nostro organismo e intorno a noi quotidianamente non lo riusciamo a fare.
Quindi, il seme si diffonde altrove superando la difficoltà della competizione alimentare grazie agli animali e agli uccelli che hanno la possibilità di viaggiare rapidamente e andare lontano. In natura esiste il pappo che è un'appendice piumosa, detto anche "soffione del prato". Tra le piante munite di questa appendice piumosa c’è il tarassaco che ha dei soffioni enormi come un paracadute che al primo soffio di vento possono spostarsi per centinaia e centinaia di metri oltre la pianta.
Nelle isole Hawaii però, il tarassaco per sopravvivere ha ridotto il pappo rimpicciolendolo rispetto a quello del tarassaco del continente per non consentirgli di percorrere lunghe distanze e finire nell’acqua morendo. Questo è un sistema di economia e funzionalizzazione della natura.
Quindi, siamo partiti dalla sessualità, dalla omosessualità delle piante e degli animali e siamo arrivati a vedere come nelle piante ci sono alcune funzioni che sono di un'importanza straordinaria dal punto di vista psicopedagogico perché l’uomo, per cogliere tutto questo, deve soffermarsi per vedere che succede intorno a sé e chiedersi il perché.
Ora, se andiamo più avanti, vediamo come gli uccelli offrono ai semi un viaggio in "business class" e grazie a questo volo economico, i semi, anziché restare nelle vicinanze della pianta, possono addirittura raggiungere l’altra parte del Mediterraneo. Ma per fare questo viaggio devono essere leggeri. Infatti, la costituzione delle loro ossa è bucata e per volare non possono mangiare molto, ma poco e spesso un cibo nutriente per cui si nutrono prevalentemente di semi che così viaggiano rapidamente.
Pensiamo ora cosa succede quando devono migrare. Gli uccelli sono capaci di andare dall’Europa in Africa. Siccome il viaggio è molto lungo, prima di partire si nutrono delle olive perché queste sono tondeggianti e facilmente ingurgitabili. Gli uccelli hanno una preferenza per i colori rossi. In autunno, prima di emigrare trovano i frutti rossicci, si nutrono delle olive e viaggiano portando i semi dall’altra parte del Mediterraneo. Ma se gli uccelli mangiano spesso e digeriscono rapidamente cosa rimane del seme? L’oliva è un frutto grasso ed è a lento rilascio energetico. Non è come la frutta che è prevalentemente acquosa e facilmente digeribile per cui deposita rapidamente i semi concimando. Quindi, gli uccelli in autunno partono e vanno in Africa portando con loro i semi europei. Quando poi devono ritornare in Europa, la natura ha fatto in modo che le olive in Africa maturino alla fine dell’inverno per cui si nutrono delle olive africane per affrontare il viaggio di ritorno, altrimenti non c’è la potrebbero fare.
Gli uccelli in estate mangiano frutti freschi di stagione perché sono più dolci, più acquosi, pieni di sali minerali e con poche calorie. In inverno, invece, mangiano frutta secca perché è altamente calorica e funge da carburante per l'emigrazione.
Perché ho detto questo? Perché c'è un dialogo stretto tra gli uccelli e i semi, e tra i semi e gli insetti (l’altra volta abbiamo parlato delle api). Noi stiamo facendo un percorso attento e incantato nella natura che è il primo libro scritto senza manipolazioni. Quando poi si scrive che il peccato originale ha radici nella donna perché mette alla luce un bambino, queste sono sovrastrutture culturali che nulla hanno a che fare con le leggi naturali.
Allora, se siamo bene attenti, ci rendiamo conto che nessuno ha il diritto di imporre all’altro una normativa che scaturisce da uno che è alla pari, perché se tutti abbiamo pari dignità, nessuno ha il diritto di fare le leggi sugli altri e dire agli altri che cosa devono fare.
In natura, come abbiamo notato, c’è una predisposizione alla dialogalità multifunzionale con il vantaggio reciproco. La pianta ha il vantaggio di diffondere i propri semi in Africa, l’uccello ha il vantaggio di nutrirsi in Africa per poter ritornare in Europa e viceversa...
Bisogna imparare a leggere quello che è stato scritto nella natura prima della Bibbia che risale solo al 1250 a.C. e che quindi, è un libro recente rispetto all’origine della vita che si è manifestata 13 miliardi e 730 milioni di anni fa nella forma di un ciano batterio. Le api fanno il miele da circa 115 milioni di anni… e noi parliamo ancora del peccato originale!
Per formare l'organismo di una donna e fare in modo che dalla donna venisse fuori il maschio ci sono voluti milioni di anni. Se noi andiamo a fare l’ecografia dell’ontogenesi, cogliamo immediatamente come il maschio si sviluppa dopo l’esser femmina che è la radice della vita. Invece, la Bibbia ci presenta il racconto di Eva estratta dalla costola di Adamo! Non è così: è il contrario! Allora, quando si attribuiscono a Dio delle cose, per esempio che la donna deve essere sottomessa, questa è una vera cattiveria! Ma Dio non c’entra proprio soprattutto in questo caso. Che capacità abbiamo noi di avere una mentalità esegetica per cercare di leggere nell’insieme e non da una sola angolatura?
La situazione contemporanea è diventata molto pericolosa, perché noi stiamo andando verso la dittatura che non è come quella di una volta dove c’era il Re o l’Imperatore... Oggi esiste la dittatura on line. In Cina già hanno cominciato ad epurare le persone attraverso un sistema di spionaggio informatico perché sanno delle persone tutto ciò che pensano. I telefonini da cui non si può estrarre la batteria sono permanentemente utilizzabili per fotografare e per ascoltare. Quindi, noi compriamo il sistema di spionaggio contro di noi.
Questo discorso è sempre attuale oggi come ieri. Infatti, il filosofo Etienne de La Boétie (1530-1563), scrisse il "Discorso sulla servitù volontaria" dicendo che gli uomini senza accorgersene mettono la firma per togliersi il diritto della libertà.
C’è un libro uscito di recente di Frédéric Martel, "Sodoma", di 455 pagine dove è descritto come è costituito il Vaticano iniziando dalle personalità che hanno in mano la gestione del comando, facendo i nomi e cognomi di queste persone. Tra le altre cose viene fuori che quanto più una persona è attaccabile, tanto più prende posizioni contro. Infatti, l’avaro è quello che a parole dice di non essere attaccato ai soldi e insiste sulla posizione della generosità, ma nei fatti si rivela l’opposto. Allora, noi dobbiamo dedurre che per meccanismo di difesa la persona, se ha un punto debole, quel punto debole lo rinnega prima in sé e poi negli altri. Naturalmente, questo è un discorso che ci può aiutare a capire meglio come noi ci comportiamo e perché ci comportiamo in un certo modo. Se noi attiviamo il meccanismo di contrappasso è perché abbiamo qualche debolezza in quella realtà.
Perché applaudiamo nelle piazze a chi di turno abusa del potere politico facendo leggi contro i diritti dell’uomo? Il discorso è che poi quelle immagini vengono riportate in televisione non come un reato commesso, ma come un grande evento, e nessuno prende le distanze dal grande evento.
Ritornando alle piante, il ricino è una pianta che ha una diffusione del seme a scoppio, cioè il frutto è più o meno come il melograno: ha una igroscopia differenziata, cioè assorbe l’umidità in modo disarmonico, differente, per cui scoppia facendo un botto forte come una rivoltella sparando i semi lontano. Il ricino scoppia, ma noi non lo sappiamo, però così funziona.
Allora, piano piano, ci addentriamo in una tematica che ci porta a considerare come in natura esiste la Pasqua intesa come dialogalità.
Abbiamo visto che gli uccelli attraversano il Mediterraneo per trasferire e diffondere la vita delle piante dal nord Africa all’Europa e viceversa, celebrando così una Pasqua che nella natura è dialogalità produttiva.
Invece, noi utilizziamo il Mediterraneo per affondare le vite umane. Proviamo allora a vedere che "Pasqua E’" per la natura e per gli uomini ed avere un po’ più di attenzione a leggere la Pasqua dentro di noi perché nel nostro cuore c’è il seme, ed è da questo seme maturato dentro che scaturiscono poi le azioni fuori che sono motivate, altrimenti non hanno senso.
Perché nel Vangelo leggiamo che viene usato l’olio di nardo per massaggiare Gesù? L’olio di nardo è odorosissimo e molto pregiato e costava moltissimo. Per questo motivo Giuda si lamentò per lo spreco. Ma Gesù nella risposta a Giuda mise in evidenza l'importanza non dell’azione in sé, ma delle intenzioni dell’azione che è come cogliere la preziosità del chicco di grano che caduto in terra, se non muore non dà la spiga.
Queste sono cose della natura davanti alle quali ci dovremmo mettere in ginocchio. Invece, ancora oggi succede che facciamo delle sentenze dicendo che il peccato originale risiede nelle donne quando partoriscono dando alla luce una persona che poi è una realtà che sta al culmine della scala evolutiva della biologia. Com’è possibile parlare di questo in termini di peccato?
Esiste un rapporto tra essere e pulsione, ed essere e desiderio di essere? L’essere nella sua essenzialità, in quanto tale, non può essere deprivato della funzione. Come abbiamo detto all’inizio, l’essere ha una sua essenzialità nel dinamismo che è una funzione. In natura c’è la funzionalizzazione e la persona è espressione della funzione della natura e, quindi, un'espressione evoluta. Laddove c’è l’evoluzione al culmine, verticistica, c’è la consapevolizzazione che questa non si oppone alla naturalità, ma l’assorbe e la vive in modo godereccio, cioè si accorge, per esempio, che la carezza che si fa al bambino che piange ha un effetto calmante. Quando una persona è concitata e le si parla con voce calma e tranquilla, lentamente si placa solamente perché sente la voce sedante. Invece, noi in questi ultimi tempi, abbiamo un tipo di vita concitato, frenetico e facciamo tutto stando attaccati al cellulare, in particolare buona parte dei ragazzi, senza renderci conto della pericolosità che i telefonini hanno sul controllo delle persone. Ma noi tutto questo, pur sapendolo, ce lo facciamo passare sotto gamba e pensiamo di risolvere il problema dicendo a noi stessi di essere fuori da questo sistema. Ma non è così, perché tutto il contesto nel quale viviamo è imbrigliato in questa forma di prigionia per cui la funzione sociale è invadente sulla funzione personale. L’essere finisce col venire contaminato dalla funzione prevalente che non è scaturente dalla natura, ma è irrompente sulla natura.
Perché non ci entusiasmiamo di quello che siamo noi, del nostro essere ? Noi dovremmo avere una vita godereccia, cioè dovremmo godere del nostro essere ed appropriarcene. Invece, siamo in fuga nella fatticità. Da un po’ di tempo sto facendo una sottolineatura tra l’essenzialità e la fatticità. Se la fatticità scaturisce dall'essenzialità, è un'espansione dell’essere ed è un godimento di essere. Se, invece, la fatticità si contrappone all'onticità, si crea un conflitto interno per cui il soggetto si trova ad essere lacerato nella dispersione energetica e non coglie più la funzionalità… del ricino, della graminacea o degli uccelli che mangiano l’oliva oppure che attraversano il Mediterraneo per portare la vita altrove.
Allora, la Pasqua è sbarcare in una dimensione dialogale tenendo presente che il dialogo non può essere fatto con gli altri se prima non c’è il dialogo interiore che è la "ruminatio. Nel Medio Evo si usava fare la "ruminatio". Questa espressione ha origine dalla ruminazione che fanno i bovini quando riportano il bolo sotto i denti e lo masticano di nuovo e lo trangugiano perché hanno quattro cavità nello stomaco (non come l’uomo che ne ha uno solo).
Da sapere poi che nello stomaco c’è anche l’acido cloridrico in percentuale del 3 per 1000. I semi addirittura si sono premuniti di irrobustirsi di un guscio osseo come, per esempio, nelle ciliegie, nelle prugne, nelle albicocche, nelle pesche, ecc. per non essere corrose dall’acido cloridrico che sta dentro allo stomaco anche degli animali e per poter avere la possibilità di essere disseminati.
Due sono le vie per il buon fine della disseminazione: la formazione di un guscio osseo oppure produrre tanti di quei semi come le more e le fragole che non sono digeribili dal canale intestinale e quindi vengono espulsi rapidamente integri.
Tutto questo fa parte della funzione finalizzata.
Perché la Pasqua coincide con la primavera? Perché a primavera c’è una Pasqua naturale: è la natura che fa Pasqua.
Gli uccelli conoscono la dieta meglio di noi senza consultare il dietologo! Allora bisogna che noi sposiamo la funzione mettendoci in armonia con la natura in modo tale che la funzione non si opponga alla natura, ma la natura colga nella funzione la possibilità di evolversi.
All’inizio siamo partiti da un interrogativo: la Pasqua noi la riusciamo a vedere? Oppure ci andiamo a conficcare in certi ritualismi che anziché aprirci alla dialogalità che significa andare verso l’altro come acqua ricettiva ed evaporativa e quindi espressiva, ci intrappolano nelle dimensioni della religiosità senza cogliere la naturalità? Allora la Pasqua è funzione della natura o prendiamo la natura e la rendiamo funzione della struttura religiosa? Perché le persone conoscendo queste cose sottoscrivono la propria schiavitù?
La sindrome di Stoccolma si regge su un principio molto sottile. Il prigioniero si lega al carceriere perché questi detiene le chiavi della galera per cui il carcerato vede nel carceriere il detentore della propria vita. Allargando questa sindrome alla società si verifica la stessa cosa. Il detentore del potere fondamentalmente è l’anelito che in ogni persona c’è di non essere dipendente da alcuno. Allora proietta nel dittatore o in chi per esso la sua desiderabilità e pensa di voler essere come il suo aguzzino e, quindi, si piega all’altro e lo inneggia. Questa è la causa ultima perché succede che poi ci genuflettiamo davanti ai detentori del potere e, purtroppo, maggiore sicurezza avvertiamo, maggiore sarà la nostra dipendenza per cui noi facciamo le lotte per l’indipendenza, ma raramente facciamo la lotta per l’autonomia. L’indipendenza è un concetto negativo che significa "non dipendo". L’autonomia, invece, significa avere la legge dentro di me, quindi mi gestisco e mi governo io. Quanto più la persona è matura, tanto meno dipende dagli altri. Però la conquista della propria maturità e della propria autonomia è difficile e lunga.