
Associazione "La Mano Sulla Roccia"
9° INCONTRO DEL 22-05-2019 al "Giardino del Poeta"
"Celibe" (dal latino "caelebs") significa "libero". Invece "nubile" (da "nubilem") vuol dire "da sposare". Il che denota una mentalità che ancora esiste.
Vedete com’è difficile cambiare mentalità? Del resto, sono passati quattro secoli dalla scoperta del sistema eliocentrico e noi continuiamo ancora a dire che il sole "sorge" e "tramonta"...
"Allora come dobbiamo dire?" - obietta qualcuno. Anziché dire, proviamo a riflettere su come Gesù, con una semplicità estrema, ci dice: "Guardate gli uccelli dell'aria, guardate i gigli dei campi..." (Mt 6,26-28) riferendosi esattamente a quello che intende dire. Invece, noi diciamo esattamente quello che non vogliamo dire e, così facendo, ci siamo abituati a vivere una vita di falsificazioni per cui tra quello che è la nostra natura e quello che è la nostra struttura culturale c’è una antitesi che produce nella persona una falsificazione perenne.
In questa falsificazione, la scuola, e in modo particolare la chiesa, hanno un ruolo molto importante. Pertanto, per recuperare la propria identità nel ruolo societario, ci dovrebbe essere la corrispondenza dell’essere nell’agire. Quando questo non si verifica, si genera una grande frustrazione per cui la società diventa di per sé aggressiva. Maggiore è la frustrazione, maggiore è l’aggressività fino ad arrivare alle situazioni di belligeranza permanente sia dal punto di vista interpersonale, sia dal punto di vista intercomunitario. In questo periodo storico, la belligeranza è intercontinentale.
Avendo fatto questo preludio, scevri da ogni condizionamento, cerchiamo ora di trascinare la nostra osservazione sulla "natura" per vedere se questa ha ancora il diritto di essere natura oppure la norma ha la prevaricazione su di essa. Quando la norma prevarica, la natura ne diventa prigioniera. Noi siamo abituati a considerare le cose "normali" come naturali. Invece, la normalità non coincide con la naturalità. Questi sono concetti elementari che dovrebbero essere considerati da ciascuno per vedere, nell’essenzialità, noi che ruolo occupiamo nella nostra autenticità.
"Autenticità" (dal greco "autòs") significa "se stesso". Quindi, sono autentico se sono esattamente quello che sono. Gesù ci dice: "Sia il vostro linguaggio: sì, sì; no, no" (Mt 5,37), cioè "si" quando questo corrisponde al sì che abbiamo dentro, e "no" quando corrisponde al no, perché questo produce un'armonizzazione che è rapidissima da fare. Purtroppo, però, per colpa del modello di deformazione permanente, la lettura che facciamo della nostra interiorità, non corrisponde più all'oggettività, perché pensiamo di dover essere quello che gli altri ci hanno detto che dobbiamo essere. Quando gli altri, progressivamente nel tempo, ci hanno attribuito un ruolo, recuperare poi la nostra identità diventa sempre più difficile, e più andiamo avanti e peggio è. Per esempio, Papa Francesco quando è andato personalmente in un negozio per comprarsi un paio di occhiali da vista, ha scatenato reazioni in tutto il mondo perché era visto in un ruolo diverso!
Ritornando alla natura, nel 1868, Etienne Léopold Trouvelot (artista, ed anche entomologo amatoriale) pensò di fare un incrocio tra un baco da seta, il bombyx (che produce la seta migliore) e la lymantria (una specie molto prolifera di farfalla). Quindi, partì dalla Francia per l’America portando con sé i bachi da seta e le farfalle e si stabilì nel Massachusetts che è ricco di foreste molto estese, pensando di ottenere da questo incrocio una grande quantità di seta pregiata. Ma l’incrocio tra i bachi da seta e le farfalle non avvenne, e l’artista, non essendo un entomologo di professione, deluso dal fallimento dell’esperimento, liberò le farfalle e i bachi rimettendosi a dipingere i suoi quadri. Ma a sua insaputa poi, i bachi da seta e le farfalle, una volta liberi, si moltiplicarono a dismisura mangiando, come accade ancora oggi, ettari ed ettari di foresta arrecando un danno alla vegetazione americana di circa 870 milioni di dollari all’anno e, nonostante abbiano cercato tanti modi per debellarli, non ci sono riusciti.
L’uomo, quando interviene senza essere competente sulle leggi di natura, commette dei danni enormi! Ma la natura, grazie a Dio, riesce a trovare il rimedio anche ai danni degli interventi che fa l’uomo. Difatti, quando le farfalle si moltiplicano così tanto, vengono mangiate dai topolini che normalmente si nutrono delle ghiande che sono i frutti delle querce che contengono prevalentemente carboidrati. Però i carboidrati della ghianda sono uniti ad un sistema di difesa ad opera del tannino, una sostanza che le rende indigeste per l’uomo, ma se vengono depurate dal tannino si possono ricavare delle farine per degli ottimi pasti. Invece i topolini, per conservarsi il pasto per la primavera, attaccano la ghianda dalla punta perché lì c’è la parte germinale che si forma grazie ai dicotiledoni che si trovano al suo interno. La ghianda però, a sua volta, per difesa, ha formato alla punta un nodo molto duro che i denti aguzzi dei topolini non riescono a rompere.
Perché dico questo? Proprio perché Gesù Cristo ha detto: "Guardate i gigli dei campi, guardate gli uccelli dell’aria" (Mt 6,26-28).
Noi stasera stiamo cercando di vedere come una quercia grande può arrivare a produrre fino a cento quintali di ghiande perché le querce hanno l’anno alterno, cioè l’anno della pasciona e l’anno della scarica. Naturalmente, gli animali nell’anno della pasciona fanno incetta di ghiande moltiplicandosi in gran numero per l’abbondanza di cibo di cui portano i semi lontano dalla quercia madre garantendone la diffusione. Poi, quando arriva l’inverno, gli animali vanno in letargo e le ghiande che non vengono consumate, danno origine a un querceto. Nell’anno della scarica, invece, quando il cibo scarseggia, i topolini scavano sotto terra mangiando le crisalidi delle farfalle che l’uomo ha importato rovinando le foreste.
In natura c’è un'armonizzazione e un'organizzazione tale che pone rimedio anche agli errori dell’uomo.
Quindi, la natura prevale sempre sulla cultura? La natura ha delle leggi di carattere ottimistico e non conosce la sconfitta. Le carrube sono un alimento altamente calorico e si danno da mangiare ai cavalli quando devono fare le corse. Il baccello della carruba, la drupa, ha i semi che sono sempre uguali da cui viene il carato che era usato per la caratura che era la proporzione della lega tra rame e oro quando non c’erano i pesi. Il seme del carrubo viene usato anche come legante per i gelati.
In molti ora si chiederanno: che centra questa storia ? Questa storia è fondamentale perché noi leggiamo tanti libri e in tanti manifesti politici all’occorrenza ritroviamo tutta una serie di slogan propagandistici che propongono soluzioni ai problemi che affliggono l’umanità, ma purtroppo, poi dopo nessuno attua le cose che ha detto...
Proviamo allora a vedere se noi possiamo utilizzare le leggi che sono intrinseche alla nostra natura senza andare a disturbare le altre nature per evitare di fare danni. Negli ultimi anni abbiamo prodotto miliardi di tonnellate di plastica alterando l’ecosistema della natura. Diogene abitava nella botte e aveva come proprietà un bastone, una bisaccia e un boccale di legno, ma quando vide un bambino bere con il cavo della mano, buttò via il boccale! L’indicazione che ci viene da tutto questo è quella di non moltiplicare certi fenomeni che gravano enormemente sulla naturalità. Le persone oggi sono talmente costrette da una serie interminabile di doveri, che non hanno più il tempo di viversi il piacere (quando poi, per natura, il piacere è antecedente e prevalente sul dovere). Noi abbiamo costituito una società dove il piacere è dimenticato e il dovere ha occupato la nostra vita, e adesso occupa anche quella dei bambini che tra mille attività scolastiche ed extrascolastiche non hanno più il tempo per giocare.
Nel quindicesimo secolo, nella fascia dello Yemen, dalla città di Mokha partì la produzione del caffè grazie anche al contributo dello zibetto che è un animale simile alla mangusta ed ha il vello scuro che gli serve per mimetizzarsi di notte quando va in cerca di cibo. Inizialmente, il caffè si preparava con l’infusione delle foglie come si fa con il tè, ma il gusto era un po’ scialbo. I coltivatori, per migliorare la qualità di questa bevanda, e incrementarne la produzione, pensarono di utilizzare, anziché le foglie della pianta di caffè, i semi del frutto, ma per coglierli era un po' difficile. Per questo motivo sterminarono ettari ed ettari di foreste per la coltivazione del caffè, causando la morte delle palme e dello zibetto che si nutriva solo di datteri. Ma quando le coltivazioni di caffè maturarono, lo zibetto per non morire di fame, cominciò a nutrirsi dei frutti del caffè creando grossi problemi ai coltivatori che decisero di eliminarlo e, per scovarlo, si misero sulle tracce dei suoi escrementi che ricoprivano il seme. Questi semi vennero raccolti dai contadini, lavati e depurati dagli escrementi e, una volta tostati, venne fuori un caffè di una qualità superiore. I consumatori, ignari della provenienza, ne apprezzavano molto il gusto aromatico aumentando la richiesta che fece schizzare il prezzo del caffè a dieci volte tanto. Quindi, lo zibetto ha avuto la capacità di scegliere i frutti maturi deponendone il seme a maturazione giusta, cosa che l’agricoltore non era stato in grado di fare.
Questo processo ci può far capire meglio una frase del Vangelo che dice: "La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo" (Mt 21,42). La natura riesce a trovare il sistema della valorizzazione di un difetto naturale e anche dell’intervento dell’uomo: lo metabolizza e lo riporta a vantaggio. Proviamo ora a pensare se questo sistema non sia di profondo amore, intendendo per amore il rispetto dell’essere che significa far sì che l'essere, nelle sue manifestazioni, raggiunga la forma ottimale. Ognuno di noi non può accontentarsi di accettare la sudditanza che impedisce la crescita della persona. Le implicanze sociologiche e politiche sono di una straordinaria conseguenza perché l’uomo che ha sul collo avvitato una testa con un cervello che pensa in autonomia. Quando cede questo suo diritto e si sottomette alla direzione di un'altra testa diventando gregario, perde la funzione di protagonista, di leader… Questo è un processo innaturale. Non c’è nulla di più diffuso della credenza che tutti gli uomini siano uguali. Non c’è nulla di più esatto che tutti gli uomini siano diversi, ed è nella loro diversità che hanno il diritto di manifestarsi. La composizione della diversità porta un'armonizzazione come la diversità degli organi porta la funzionalità dell’organismo. Se il nostro organismo fosse formato solo dai denti non potremmo mangiare. Il dente non può mangiare perché ha solo la funzione di triturare. Poi ci vuole la deglutizione, ma prima ci vuole la ptializzazione dove c’è anche l’opiorfina nella saliva che è un antibiotico ed è anche un narcotico. La saliva entra in funzione all’occorrenza, le ghiandole mascellari funzionano quando cominciamo a masticare e quando sono a riposo, ci sono le ghiandole sottolinguali per tenere umida la mucosa boccale. Dopo che abbiamo deglutito si attivano i succhi gastrici...
Quest’armonia nell’organismo umano è la stessa armonia nell’organismo mondiale inteso come organismo cosmico per cui basta che qualcosa si rompa e si verificano delle conseguenze disastrose per tutti.
Allora se noi prendiamo lo spunto da queste cose, potremmo cogliere il significato delle parole di Gesù quando ci dice di guardare gli uccelli dell’aria che senza aver studiato l’aerodinamica riescono a salire e a volare a grande velocità. Il "farfallo" riesce a percepire e ad accorgersi a cinque chilometri di distanza delle secrezioni ormonali di una farfalla... San Benedetto diceva: "Più osservo gli animali, più m’accorgo che è difficile stare tra gli uomini". Qualche volta noi abbiamo difficoltà pure a stare con noi stessi perché non riusciamo ad avere il rispetto della natura che ci costituisce.
Andando oltre il discorso dei divieti, proviamo a vedere che significa quando una persona fuma, si droga, si ubriaca, mangia in eccedenza… Ma come avviene che una persona cominci a fare un'azione che è contraria alla sua natura? Eppure lo fa, e non solo una persona soltanto, ma molte di più, è un comportamento di massa. Questo discorso non deve essere letto in chiave rimproverativa, ma in chiave riflessiva. Se una persona pensasse ai danni che producono le onde magnetiche emesse da un cellulare, non andrebbe a dormire mettendoselo sotto il cuscino, per cui, negli ultimi tempi, i tumori al cervello si sono moltiplicati enormemente.. Ma noi, pur sapendo queste cose, le continuiamo a fare ottenendo l’effetto boomerang che ci colpisce come un bersaglio.
E’ tanto bello essere amici: parlare, dialogare, comunicare... Ma proviamo a vedere in una famiglia quanto tempo s’impiega per torturarsi nei bisticci dell'incomprensione e quanto poco tempo si riserva per lo scambio della ricchezza intersoggettiva.
In natura la quercia, lo zibetto, la crisalide, il bomyx, la lymantria trovano il modo per sopravvivere. Invece, il mulo (generato da un asino e una giumenta) e il bardotto (generato da un cavallo e un'asina) sono sterili perché nascendo da un incrocio, è come se la natura, per non prolungare l’errore, intervenisse bloccandolo sul nascere. Questo è un modello evangelico che ci fa considerare la limpidezza della naturalità per cui si può dire: "Naturalia non sunt turpia", cioè "Le cose naturali non sono turpi". La ricchezza dell'osservazione ci porterebbe a un cambiamento radicale.
Chi di noi non sa, per esempio, che l’aria è composta dal 21% di ossigeno? Ma quando c’è… l’aria! Perché in una città come Napoli, per esempio, i polmoni di verde sono pochissimi e il 21% di ossigeno nell’aria si è ridotto a niente! Se invece noi facessimo a gara a mettere delle piante sui balconi, avremmo un incremento di verde di parecchi chilometri quadrati. Purtroppo, per renderci conto di questo, dobbiamo arrivare all’asfissia, così scatta il meccanismo difensivo e non quello preventivo. Ma l’uomo ha una razionalità che serve ad anticipare, perché la persona è tanto più matura quanto più riesce a prevedere la consequenzialità dell’atto che compie. Infatti, sappiamo che non ci può essere libertà senza responsabilità e non ci può essere felicità senza libertà. Dunque, l’avvio è la consapevolezza per poter accedere all’esperienza della responsabilità per poter fruire della libertà e, quindi, raggiungere la felicità.
Chi di noi non vuole essere felice? Nessuno ha risposto. Ma se avessi chiesto il contrario: chi di noi vuole essere felice? Lo stesso nessuno avrebbe risposto perché le persone conservano l’inerzia che le lascia al proprio posto. Noi siamo abituati ad essere dominati, cioè ad essere gregari, non ad essere protagonisti della nostra vita. Il protagonismo viene tacciato come una negatività, come l'essere orgogliosi. Perché identifichiamo la bontà con lo stare sottomessi? E si comincia dall’asilo dicendo al bambino di "stare buono" che equivale a stare zitto e represso. Quindi, più il bambino sta buono, più è premiato con 10 in condotta. Questa mentalità pensiamo di averla superata, ma non è così.
E’ possibile per l’uomo salvarsi dall’abisso del razionalismo in cui sta precipitando recuperando la genuinità della cultura contadina? Dal punto di vista psicoanalitico, le razionalizzazioni sono la rovina della naturalità. Questo è difficile da capire perché siamo scolarizzati e la scolarizzazione non fa riferimento alla naturalità, ma produce robot. Le persone devono solo ragionare e, quindi, si devono educare a staccarsi dalla propria naturalità.
Parlo della scuola per dire come il modello culturale non considera le emozioni della persona. L’emotività nel processo di apprendimento è pressoché nascosto, non ne fa parte. Nella letteratura soltanto è presente, a volte, un po' l’emozione.
Mi è capitato di incontrare una professoressa profondamente in crisi perché le era capitata una classe di ventiquattro alunne lesbiche. Chi non conosce certi processi naturali può leggere la lesbica come un fatto contro natura, invece è naturale, come il topolino che mangia le larve… La natura, quando arriva ad un certo punto di evoluzione, attiva un meccanismo di autoeliminazione. Cioè, se il processo evolutivo raggiunge un elevato livello di sviluppo, la natura provvede a fare la "castrazione" rendendo gli uomini sterili o omosessuali. Ma senza giudizio etico, questo è giudizio di prelievo di dati. Perché le popolazioni che stanno in uno stato di miseria si moltiplicano in un modo straordinario? Il Niger nel giro di poco tempo da una popolazione di 20 milioni toccherà 200 milioni di abitanti. La Nigeria arriverà a 600 milioni… Niger e Nigeria faranno 1 miliardo di persone perché maggiore è lo stato di bisogno, maggiore è la necessità di procreare. Se noi andiamo nei quartieri poveri di Napoli, troviamo nuclei familiari numerosi. Il contrario avviene nei quartieri più abbienti. Questo significa che lo stato di necessità attiva la legge di sopravvivenza ed è stato provato scientificamente sul piano genetico. Gli spermatozoi sono molto più attivi in tarda età perché sono in numero minore. Invece, sono più deboli quando si è giovani anche se numericamente ne sono di più. Infatti, si usa denominare "figlio della vecchiaia" chi viene procreato in tarda età. Anche quando si è febbricitanti o quasi moribondi gli spermatozoi sono molto più attivi. Una pianta, se la potiamo, sembra quasi morta, ma poi fa spuntare una quantità di polloni. Se, invece, la pianta è molto concimata e molto curata produce pochi semi. La parietaria cresce da sola sui muri senza che nessuno la coltivi, e proprio perché non ha cure e poche possibilità di sopravvivere, sviluppa una quantità di semi.
Ora proviamo a fare una considerazione: se il 90% della produzione mondiale sta nelle mani del 10% della popolazione e il 10% della produzione deve essere distribuito al 90% della popolazione mondiale, ci rendiamo conto che c’è uno sbilanciamento enorme! Allora la natura prima ancora che arrivino le… politiche, provvede ad eliminare una parte della popolazione facendone subentrare un'altra che fa da portainnesto.
Questo discorso non ha nulla a che vedere con la morale, ma significa che la persona deve cominciare a rendersi conto che moralità significa avvicinamento alla naturalità. Quanto più la persona si avvicina alla naturalità, tanto più si avvicina alla divinità. Se, invece, si allontana dalla naturalità, si adegua alla legalità che prevede una quantità di norme sorte sulla base del diritto romano che sancì: "A ciascuno il suo" dopo avere occupato tutti i paesi del Mediterraneo prendendosi tutto. Questo è un discorso che ancora adesso noi subiamo. Avere una distribuzione equa nel processo di vita è necessario per il bene di tutti.
Prima ho portato l’esempio della botanica, della genetica e l’esempio sociologico. Quindi, se l’Italia ha perso 5milioni di abitanti, ne deve prendere atto. In passato ha goduto di un certo beneficio passando da un livello di miseria ad un livello di grande benessere.
Ma se è la natura a determinare tutto questo, compresa la sterilità, si può ancora parlare di libero arbitrio dell'uomo?
Il libero arbitrio non è una qualità astratta, ma si innesta su una realtà esistente: se sono sterile non posso esercitare il libero arbitrio per procreare. Se sono cieco o sordo non è che con il libero arbitrio recupero la vista o l'udito. Il libero arbitrio si colloca nella condizione attuativa dell'essere. Allora, la naturalità si sviluppa secondo dei modelli che osservano le leggi di naturalità fisica, poi psichica, poi sociale, poi religiosa. La religiosità con tutte le remore di tipo moralistico è un discorso il più delle volte di tipo... antibiotico che significa contrario alla vita. Quando Marx dice: "La religione è l’oppio dei popoli" intende affermare come la religione per la sua dimensione dogmatica e, quindi, non discutibile, non dialogabile, è una imposizione che depriva la persona della capacità di avere una sua opinione, un suo pensiero, una sua verità. Noi pensiamo sempre che la verità sia una legalità, un'espressione logica, ma la verità, nella sua essenzialità, è ontologica. La verità ontologica è quello che è. Per esempio: la donna è vera donna se corrisponde alla definizione di donna; il capello è un vero capello se corrisponde alla definizione di capello...
E a proposito di libero arbitrio, c'è uno scrittore che ha analizzato il comportamento di Ponzio Pilato che è il personaggio storico più a lungo riportato nel Vangelo. Fa parte della storia Imperiale di Roma e anche della storia del Cristianesimo. Però noi facciamo di ogni erba un fascio e pensiamo che Ponzio Pilato sia un'invenzione. Il Vangelo è un libro che viene scritto con modalità mitiche, però l’aggancio è storico. Che Gesù Cristo sia un personaggio storico, nessuno più ne dubita.
Come facciamo a capire la natura? Per capire bisogna prima percepire, poi intuire (guardare dentro), poi capire (farlo entrare nella testa) ed infine comprendere (prendere e portare dentro la sintesi di questo processo). La comprensione è molto più complessa della percezione.
La natura che è al di sopra di tutti noi, va avanti per fatti suoi e trova il rimedio quando l’uomo combina dei guai. L’uomo fa la bomba atomica, ma esistono i girasoli che sono capaci di catturare i metalli pesanti che sono rimasti nel terreno. Però non vengono usati perché costano poco. Bisogna fare, invece, gli stanziamenti di miliardi che poi vanno sempre in mano alle persone sbagliate che hanno rovinato la terra. Se andiamo alle sorgenti del Sarno troviamo un'acqua limpidissima, il suo corso, invece, è il più inquinato d’Europa perché nonostante ci sia l’impianto di purificazione ottenuto con gli stanziamenti per milioni di euro, poi questo non è stato collegato!
Questo sistema a che serve? La natura questo non lo fa, perché porta a termine ogni cosa. Noi, invece, siamo abituati a fare le cose per specularci sopra. Quindi, poi serve un'altra legge per un altro stanziamento per poter collegare l’impianto lasciato in sospeso.
La parola "natura" indica ciò che sta nascendo e, quindi, mette in essere l'imprevedibilità che coincide esattamente con la libertà. La libertà non è l’imposizione, non è il programma, ma la società contemporanea è tutta programmata. Il pigmeo non conosce il programma. La mattina quando si sveglia non ha il programma della giornata, ma come pensa di fare, se ci sono le condizioni, così fa. Noi, invece, non abbiamo più il tempo di farci una passeggiata, e ci siamo piano piano abituati a non avere più il diritto sacrosanto di oziare, che significa il rispetto profondo di se stessi. Gli animali dopo avere soddisfatto i loro bisogni si tranquillizzano, le piante si voltano verso la luce, ecc.. L’uomo naturale, invece, lentamente è stato strozzato dal "programma" che già prima di nascere viene pianificato perché noi abbiamo perso il senso della naturalità come imprevisto.
Quindi, la natura che cos’è? La natura è l’essere nella sua dinamicità. Non esiste l’essere nella sua staticità, nulla è fermo. Eraclito un po’ di secoli fa disse: "Pànta rhei" (tutto scorre) ed è contro quello che noi percepiamo perché siamo fatti di cellule composte di molecole, atomi, nuclei, elettroni, protoni, gluoni, bosoni, stringhe, superstringhe, tutti in movimento. Quando abbiamo finito di fare l’analisi di questo universo, ci rendiamo conto che noi quando ci tocchiamo, ci illudiamo di toccarci. La natura è esattamente l’essere che si sviluppa, si srotola, si toglie i legacci.
Simbolicamente la resurrezione di Gesù è l’essere nella sua futuribilità. Nel sepolcro di Gesù, le bende furono trovate a terra abbandonate, invece il sudario era piegato ben bene in disparte. Il sudario ha l’immagine dell’identità personale, il che significa che l’essere, nel suo processo evolutivo, tende permanentemente ad agglutinarsi così come due atomi si agglutinano con le valenze, le orbite si intrecciano e costituiscono la molecola, così le persone quando si mettono in coppia, sono due realtà organicamente composte che si intrecciano nell’arricchimento reciproco per una avanzamento della specie umana per cui la generazione successiva non può mai essere ripetitiva della precedente. Se dovesse esserlo, avremmo la staticità, l’entropia totale, la morte completa. Invece la natura è la vitalità che si toglie di dosso le scorie dell’esperienza pregressa ed è espressione, è esperienza, è un parto permanente. Quindi, Dio ci ha creato partoriti? No, ci ha creati partorienti.