
Associazione "La Mano Sulla Roccia"
"GIARDINO DEL POETA" riprendono gli incontri con trascrizione
IL 25 SETTEMBRE, ALLE 18,30 RIPRENDONO GLI INCONTRI CON ANTONIO MAIONE AL "GIARDINO DEL POETA".
1° INCONTRO DEL 25-09-2019 al “Giardino del Poeta”
I licenidi sono farfalle piccolissime che hanno la caratteristica di entrare in simbiosi con le formiche. Già lo scorso anno ci siamo soffermati sulle termiti e ci siamo resi conto che l'uomo le imita per costruire edifici che abbiano la costanza della vitalità.
Queste farfalline, il cui maschio è di un azzurro vivace e la femmina di un marroncino tenue, quando devono passare dallo stato di larva a quello di crisalide, attivano un meccanismo molto strano: si lasciano cadere e vengono trascinate dalle formiche nei loro formicai perché quelle larve secernono un liquido zuccherino di cui le formiche sono ghiotte.
Le larve restano nel formicaio per diversi mesi perché in inverno hanno bisogno di essere protette dal freddo e lo strato di terra del formicaio serve loro proprio a questo.
Quando le larve diventano crisalidi, si rivestono con una sorta di pelliccia. Le formiche che per mesi si sono alimentate con il loro zucchero, a quello stadio non le riconoscono più e considerandole intruse nel loro formicaio, ne mordono la pelliccia e le crisalidi così si ritrovano spogliate e pronte per mettere le ali e prendere il volo.
Le formiche con le larve, le crisalidi e le farfalle sono vissute in simbiosi, in uno scambio di vitalità permanente perché le farfalle, poi, riprodurranno le uova, le larve saranno prese dalle formiche per il loro zucchero, e così via. Cioè si genera un circuito di grande importanza per la vitalità.
Le formiche, come sapete, sono state tra i primi abitatori della terra ed hanno una straordinaria capacità adattiva che a noi manca. L'uomo contemporaneo ha grosse difficoltà nell'adattarsi alle situazioni perché si trova nella necessità di trovare un'armonizzazione tra la globalizzazione e la privatizzazione.
La globalizzazione produce una quantità enorme di notizie prevalentemente negative perché fa notizia ciò che non è comune. Pertanto, maggiore è la differenziazione del fatto che accade dalla norma comportamentale, tanto più questo fa notizia.
Se all'improvviso uno di voi si alzasse e andasse a mordere un altro, questa cosa sarebbe domani su tutti i giornali. Le notizie che ci arrivano sono tante perché la globalizzazione che si serve dei mezzi di comunicazione di massa, è così rapida da produrre sempre maggiormente l'arroccamento della persona nella propria individualità. Maggiore sarà l'arroccamento, minore sarà la comunicazione e, quindi, la personalizzazione. Minore sarà la personalizzazione, maggiore sarà la frustrazione con conseguente rapporto espulsivo come avviene alla fine tra le formiche e le farfalle. Le farfalle si salvano volando.
La persona è un... volatile per sua natura perché è in perenne trasgressione. La trasgressività nella persona è essenziale. Il colore celeste delle farfalline richiama il cielo che è permanentemente presente nella persona come anelito alla trascendenza che è trasgressione. L'etimo è "trans", altamente inerente alla situazione presente in quanto si sta diffondendo particolarmente nel gruppo umano bianco perché è un modo di trascendenza filogenetica.
Più semplicemente: "trascendere", "trasgredire" significano andare oltre. Se la persona non va oltre e resta nella staticità, significa che entra a contatto con la sua mortalità e se è così, ha perso la sua identità. Se la vuole ritrovare, deve essere permanentemente trasgressivo. Ogni tendenza all'immobilismo è un... antibiotico umano, è un orientamento alla mortalità. Il che significa che maggiore è la capacità trasgressiva, maggiore è il potere di vitalità di possesso della propria identità.
"Che serve all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso?" (Lc 9,25)... E come può dire di possedere sé se non instaura una dimensione relazionale perché la persona è tale in quanto si relaziona? La relazione è l'unica realtà che non può essere misurata. Quando vogliamo fare un'indagine approfondita sulla causa dell'esistente nella sua genericità, noi commettiamo il grosso errore di ridimensionare le relazioni con le misurazioni. Le relazioni non si possono misurare. Come misurare la relazione tra madre e figlio o una relazione d'amore?
L'uomo oggi sta scandagliando la possibilità di conoscere il suo habitat non solo nel presente, ma anche nella sua proiezione filogenetica. La filogenesi è la trasgressione non del singolo (ontogenesi), ma del gruppo umano. La filogenesi deve necessariamente cogliere nella globalità dell'umanità il processo trasgressivo. Quanto più l'umanità intera riesce a trasgredire, tanto più è viva.
Le donne hanno 600.000 ovuli destinati alla fecondazione, ma in una vita intera ne maturano solo circa 600. Gli altri a che servono? E' un interrogativo. E ancora: la nostra realtà che scaturisce da una condensazione evolutiva che ha attraversato miliardi di anni, fino a quando durerà? La terra sta diventando invivibile per cui l'umanità si sta cominciando a muovere verso realtà extraterritoriali, oltre la terra perché questa non basta più.
Questa trasgressione è cominciata nel '68 quando l'uomo si è trovato di fronte ad una situazione catastrofica generale e si è chiesto: "Come posso più io oppormi ad un modello che mi risucchia?". E questo ha creato una sorta di sbandamento nella persona.
Papa Francesco sta accentuando la trasgressività, ma il carrozzone di quelli che avrebbero dovuto dare una spinta al movimento sono, invece, delle realtà refrattarie e noi siamo fuori tempo.
La trasgressione non va contro legge, ma secondo la legge naturale perché è questa che implica la trasgressione. Quello che non è trasgressivo non appartiene alla natura ma all'ideologia e le ideologie sono quelle che producono la staticità e, quindi, il dominio verticale, piramidale, cioè le dittature che si basano su: "Io ho ragione perché ho ragione". Non c'è più l'aspetto di dialettica costruttiva, La costruttività comporta un momento omeostatico, conservativo e un momento adattivo, trasformabile. Se non ci sono la conservazione e la trasformazione, non ci può essere l'integrazione. La trasgressione è un'integrazione permanente!
Senza accorgercene, tutti stiamo respirando. Si respira perché l'ossigeno non è più assorbibile dall'emoglobina quando scende al di sotto del 16% e l'aria diventa asfittica. Noi tratteniamo l'ossigeno quando va dal 21 al 16%. Se va al di sotto, non respiriamo più. Questo ci accompagna fin da quando viene tagliato il cordone ombelicale, momento che viene considerato, per convenzione, come nascita, ma non è questo che genera la vita (che già esiste): ne separa solo due. La nascita di ogni persona è un mistero. Nessuno di noi sa quando è nato veramente. Col taglio del cordone ombelicale prendiamo contatto con l'alito che è il primo alimento e il latte che dà inizio al metabolismo. Chi non respira o non mangia muore. L'alito e l'alimento sono la stessa cosa. Chi non si nutre mentalmente, poi, muore nello spirito.
Dobbiamo, pertanto, essere alunni della vita che non ha soste perché è una realtà in perenne evoluzione e in perenne trasgressione. Quanto più mi metto in uno stato di fermo, tanto più rinnego la mia vita.
Andare incontro alla morte è il massimo della trasgressione. Infatti, se si passa da A a B, si attua un movimento; se si passa da A a C, il movimento è maggiore; da A a D è ancora più grande; da A a Z è il massimo. Maggiore è il passaggio, maggiore è la trasgressione intesa come gradiente. Quindi, per avvicinarci all'esperienza della morte, ci dobbiamo allenare continuamente nel fare i passaggi. Quanto più ci arrocchiamo nella ritualità, tanto più sottoscriviamo la mortalità. Le religioni sono orientate a produrre delle realtà personali che non abbiano un movimento, ma restino avviluppate nella ritualità statica, tanto da arrivare a dire anche preghiere storpiandone le parole e riducendole a non avere senso.
Se non c'è comunicazione, non c'è comunione. Se non c'è comunione, non c'è ecclesia (assemblea), e l'assemblea è fatta da persone che hanno voce in capitolo mentre la parola più diffusa nelle chiese è "silenzio". Continuiamo, poi, a ripetere parole e concetti che non hanno più motivo di esistere ed abbiamo la testardaggine di dire che nulla deve cambiare.
Ritornando al discorso sulla morte, il passaggio da uno stato all'altro, quanto più è differenziato, tanto più è trasgressivo ed è molto vicino alla realtà del movimento. Se un oggetto che sta sotto gli occhi di tutti, all'improvviso scomparisse, noi urleremmo di meraviglia perché trascineremmo quell'annullamento improvviso alla nostra realtà: come l'oggetto c'era e poi non c'è più, così anche noi. Ci creerebbe un disagio talmente grande da farci spaventare di noi stessi. Pensate che addormentandoci in un posto, se la mattina dopo ci svegliassimo in un luogo completamente diverso, potremmo impazzire se non avessimo la chiave interpretativa dell'evento. Cioè, noi abbiamo bisogno di una continuità e, al tempo stesso, di una trasformazione permanente.
Quindi, come già detto, ci vuole necessariamente un aspetto conservativo, uno adattivo ed uno integrativo. Il che significa che la persona si può formare solo se si mette in un orientamento di modificazione permanente in un'educazione, perché le nostre capacità rimangono immobilizzate se non vengono trasferite sul piano attitudinale. Se la capacità resta solo potenziale, è inutile. Se la potenzialità progressivamente si adegua, si trasforma in atto.
Quante attitudini noi non abbiamo perché sono rimaste atrofizzate a livello di potenzialità di capacità? La totalità! Noi pensiamo di essere capaci di fare solo quello che abbiamo messo in atto. Invece, le nostre capacità sono immense, toccano l'infinito. Pensate che da una cellula staminale si può creare tutta l'umanità! Noi siamo tutti diversi nell'aspetto, nelle impronte digitali, nel colore dell'iride... Basta modificare un cromosoma o un gene e la realtà cambia profondamente. L'uomo è in grado, per le sue capacità, per le sue potenzialità, di vivere anche in situazioni completamente diverse.
Vi ho portato l'esempio delle formiche e delle farfalle che arrivano a volare con le alucce celesti, simbolo della trascendenza finale. Noi abbiamo perso l'assoluto, cioè lo scioglimento dai vincoli. Abbiamo vincoli esterni ed interni. I peggiori sono quelli interni.
Perché il sole è rosso la sera e non la mattina? Perché la sera la terra, girando, si allontana dal sole e la mattina vi si avvicina e il colore del sole è rosa violetto. Noi non facciamo caso a queste cose, così come non facciamo caso alle potenzialità che potremmo mettere in atto di volta in volta, e invece, ci facciamo guidare dal di fuori per cui la nostra espressività finisce per essere estremamente contratta. Il che significa che siamo prigionieri di noi stessi.
Gesù Cristo disse a Ponzio Pilato che gli aveva chiesto se fosse il re dei Giudei: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?" (Gv 19,34-35).
Gesù intendeva dirgli: "Se lo dici da te stesso, devi sapere quello che dici". Invece Pilato, rispondendogli in quel modo, fece capire che non sapeva quello che diceva.
Nello stato in cui ci troviamo, siamo noi in grado di dire chi siamo e che cosa vogliamo? La conquista della libertà personale comporta una relazionalità con gli altri. Questi si arricchiscono se hanno l'esperienza del contatto con una persona evoluta. Se l'altra persona non si evolve, produce una situazione di freno, cioè di arresto.
Gesù fu "arrestato" al punto da essere inchiodato nelle mani (simbolo della relazione), nei piedi (simbolo del movimento) e coronata di spine la testa (simbolo del pensiero), cioè arrestato in tutte le manifestazioni dell'uomo.
Lui però disse: "Io sono la vita" (Gv 14,6)... E noi che siamo figli della vita, continuiamo a coronarci di spine e a bloccarci mani e piedi privandoci delle relazioni autentiche. Allora bisogna che ognuno faccia un viaggio all'interno di se stesso. Il programma è semplice: "Entra in te stesso, cogli la tua identità e manifestala con autenticità. Questa è la radice della tua felicità".
La felicità si annida nel soggetto, non nella massa. Quindi, quanto più mi discosto dalla massificazione che è pilotata dal di fuori, tanto più emerge la possibilità di acquisire la padronanza di me.
Il sistema ti... sistema! Se non vuoi essere sistemato progressivamente, devi cominciare a rompere la... pelliccia mettendoti d'accordo con le formiche perché queste, togliendo la pelliccia alle crisalidi, le rendono capaci di volare liberamente. Quando, invece, ci mettiamo tante... pellicce sovrapposte, non ci muoviamo più. Una di queste "pellicce" è il ruolo. Però pare che nella società il ruolo sia inevitabile perché l'uomo progressivamente si è andato a conficcare in uno stato in cui la sua originalità viene profondamente compromessa. Quanto più ti esalti, tanto meno puoi progredire nel sistema perché questo non ti vuole personalizzato: ti vuole arruolato.
La paura è un elemento portante del processo inibitorio. L'inibizione che viene dal greco "anabaino" che vuol dire "non vai", fa stare fermi. Chi è fermo è morto. Quindi, l'inibizione è un tentativo di morte. Una delle inibizioni camuffate è la depressione perché impedisce l'andare. Un depresso è demotivato, non si sente capace di intraprendere niente. Le paure, le inibizioni e le proibizioni sono un'alleanza distruttiva.
Un esempio è don Abbondio che rappresenta il funzionario che avrebbe, invece, il compito di fare da risveglio. Il Verbo, la Parola che è la Verità per la Vita affida questo compito a persone libere e non le manda singolarmente, ma a due a due perché non è possibile che ci sia un annuncio di verità senza la personalizzazione che è relazione.
Successivamente, il sistema ha preso tutte queste realtà e le ha chiuse in categorie rigide e le ha imposte così.
Papa Francesco sta cercando di eliminare questo gravame. Normalmente è la base che fa pressione verso chi sta in alto per cambiare le cose. Oggi, invece, troviamo che il Papa vuole cambiare e la base l'ostacola. Il Papa ha detto: "Prego che lo scisma non si verifichi, ma non ho paura dello scisma".
Ma non abbiamo tutti un ruolo? Non lo ha avuto anche Gesù? (quello di liberarci).
Esiste una virtù sociale che si chiama affabilità e una virtù personale che è la discrezione. Avere discrezione vuol dire entrare in punta di piedi ed uscire in punta di piedi. L'affabilità è quella virtù che fa dire le cose con una certa predisposizione fraterna per far cogliere all'altro il contenuto. L'altro è libero anche di non coglierlo.
Il Vangelo dice: "Bussate e vi sarà aperto" (Mt 7,7), ma non c'è bisogno di bussare perché la porta è già aperta. Se noi riusciamo ad entrare in una dimensione collaborativa tanto da armonizzare la discrezione e l'affabilità, vedremo che il processo continua senza alcuna sosta perché si accentua la personalizzazione e dal profondo scatta il meccanismo che apre il varco ad una trasgressione collettiva maggiore.
Ma c'entra qualcosa la paura? Purtroppo la paura è legata ad un discorso di minaccia che può essere esplicita e violenta, ma anche subdola, cioè un ricatto morale: "Se tu non fai come dico io... peste ti colga!". Così si mettono le premesse per l'eliminazione di ogni tipo di trasgressione.
Questo discorso è di una pericolosità che fa paura sia nell'ambito scientifico che in quello filosofico, sociologico e anche nell'ambito della fede che è legata al "credere" che ha la stessa radice di "credito" che proviene dal greco "crinein" che significa "crivello" (setaccio). Significa che io devo vagliare, mi devo responsabilizzare.
Quando uno pensa di essere direttore spirituale, non si rende conto che "lo Spirito soffia dove vuole" (Gv 3,8) per cui abbiamo, per esempio Ciro, re di Persia, pagano, che conquistando Babilonia, liberò gli Ebrei adempiendo così una profezia biblica (Is 44,28 45,1)... Abbiamo Davide che mandò a morire in guerra Uria per sposarne la moglie Betsabea e dalla sua stirpe nacque Gesù... Questa è la storia. Non possiamo giudicarla noi. Però possiamo giudicare quali sono le nostre capacità perché di queste siamo noi padroni e non gli altri. Essendo noi unici ed irrepetibili, nessuno può sapere qual è la struttura di ciascuno. Quindi, se è bene o se è male un agire spetta solo alla persona saperlo, se questa persona cresce nella sua adolescenza permanente, cioè nel suo allargarsi a macchia d'olio e non a limitarsi.
Noi siamo immersi nel sistema. Accorgersi di non essere in questa situazione è difficilissimo. Ecco perché la dialogalità può aiutare perché la differenziazione della realtà molteplice aiuta ad entrare in crisi (che ha sempre la stessa radice di "credere" e di "credito". Noi dobbiamo fare credito prima a noi stessi, altrimenti non ci possiamo muovere. Se aspetto che l'altro mi guidi, non do credito a me. Questo non è doloroso, ma sfizioso. Quando lo si capisce, ci si chiede: "Perché non l'ho fatto prima?".
Ma la crisi è sempre una cosa negativa? Non può portare ad un rinnovamento? Sì, nella parola "rinnovamento" c'è il rafforzamento della "n". Rinnovare, nuovo, notizia, conoscere (che significa generare)... La generazione è una rivoluzione, ma quando Copernico pubblicò "La rivoluzione dei corpi celesti", nello stesso anno morì (1543). La stessa sorte toccò a Giordano Bruno che andò al rogo mentre Galilei si salvò facendo l'abiura, ma proclamando poco dopo battendo un piede per terra: "Eppur si muove!". Teilhard de Chardin fu invece messo a morte psicologicamente. Soltanto ora lo stanno riabilitando. Lui tolse la definizione di "perfettissimo" a Dio che chiamò "l'Evolutore" che si evolve ed evolve. D'altra parte, il rapporto d'amore è sempre evolvente. A ama B e da quest'amore nasce C. Se non c'è quest'integrazione, non c'è amore che è sempre creativo.
Creativo significa "artistico" e l'arte va avanti. Il contrario è "inerzia" e non è possibile avere una vita nell'inerzia.
Perché, allora, tendiamo più all'inerzia che al movimento? Perché l'uomo, nella condizione in cui si trova, è perennemente in conflittualità tra l'essere relativo e assoluto in quanto sperimenta nella quotidianità che è e potrebbe anche non essere. Questo è altamente frustrante. La frustrazione produce aggressività che quando è elevatissima, ha il raggio di scarico ridotto a zero, perciò si ritorce contro se stesso e, quindi, capita che l'uomo usi dei meccanismi autopunitivi. Per questo motivo, si stanziano una quantità di miliardi per gli armamenti, cioè per la distruzione reciproca mentre basterebbe il 10% per la costruzione. Però che noi paghiamo le tasse per finanziare anche gli armamenti e le mine antiuomo, sembra tutto scontato perché il sistema questo vuole.
La farfalla vola perché le formiche le mordono la pelliccia... Se uno è capace di cogliere bene la propria identità, non può che volare eternamente, anche stando ferma...